Filippine Express

Scritto da

Michele

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Le Filippine sono un paese davvero molto grande, impossibile da girare tutto in qualche settimana, soprattutto per via del fatto che è una vera e propria costellazione di isole (circa 7.000). È un paradiso che deve essere assolutamente visitato, sia che si abbia una settimana o un mese. È importante avere bene chiaro in mente quale direzione voler dare al proprio viaggio e avere il giusto entusiasmo per godersi questa esperienza. Provo a parlarvi della direzione che ha preso il mio viaggio, della durata di circa tre settimane. Non sapevo se sarebbero stati sufficienti e, a dirla tutta, non lo sono stati. In verità, non lo sono mai per nessun posto che ho visitato e di cui mi sono innamorato.
In pillole, in tre settimane ho viaggiato da est verso ovest, raggiungendo alcuni dei posti più famosi delle Filippine. Dopo una notte a Manila, mi sono trasferito subito a Siargao, l’isola di cui mi sono sicuramente innamorato di più. Tramite traghetto, sono arrivato in zona Cebu/Bohol/Panglao e, infine, sono arrivato nella famosissima Coron City per esplorare le tante isolette nella zona di Palawan.

 

 

MANILA
Acquistato il biglietto aereo, il 5 marzo 2024 sono arrivato a Manila da Bangkok, un po’ per necessità logistiche, un po’ per vedere con i miei occhi una città di cui non sempre ho sentito parlare bene. Premetto subito che, come in tutte le grandi città, bisogna stare attenti, ma anche che le dicerie sono sempre troppo esagerate. La città, a dire la verità, non mi ha colpito particolarmente; è una mega metropoli sovraffollata, i cui punti più caratteristici risalgono all’epoca in cui era colonia spagnola. Intramuros è l’esempio più lampante, con lo stile coloniale delle sue strutture, piazze e chiese.

 

 

Perdendomi nella città, mi sono imbattuto in una via piena di piccole postazioni, simili a tante bancarelle, ma diverse da quelle che tipicamente potresti incontrare altrove. Qui si possono ottenere servizi notarili, e sicuramente sono più economici dei nostri. Se avete qualche pratica da sbrigare, fateci un pensierino.

 

 

La zona notturna dove sembra ci sia più vita, dopo aver chiesto a molte persone del posto, è sicuramente il quartiere di Makati. Qui il divertimento sembra essere una copia di tante altre gigantesche metropoli asiatiche: super trash, dove cercheranno di persuadervi in tutti i modi pur di spennarvi un po’ di soldi una volta dentro. Però, dai, anche questo fa parte del viaggio.

 

 

SIARGAO DA GENERAL LUNA A PACIFICO
Non vi annoiate se vi parlerò a lungo di questa isola. È sicuramente la prima dove sono arrivato. Non so se è stato l’impatto positivo, visto l’arrivo da una metropoli fatta di caos e smog, ma il mix di sensazioni che ho vissuto qui la mette al mio personalissimo primo posto.
Siargao è un’isola minuscola che si affaccia sull’immenso Pacifico, che fa sentire la sua potenza. È bellezza estrema per la natura; la sua giungla sembra quella di Skull Island, dove King Kong scorrazzava. La gente è meravigliosa: i filippini sono dolcissimi e gentilissimi. È turistica, ma fortunatamente, quando sono stato lì, non c’era troppa gente, e i viaggiatori erano tutti giovani che volevano solo rilassarsi e divertirsi. Vuoi acque cristalline? Vieni qui. Vuoi surfare? Vieni qui. Cascate? Fiumi? Escursioni in motorino tra paesini dispersi dove la vita scorre lenta? Vieni qui. Insomma, vieni qui. E cerco di fartelo capire con “qualche” foto.

 

 

Le foto che potrei mostrare sono troppe per rendere l’idea di quello che può succedere qui. Grotte, fiumi, oceano, ponti affollati per ammirare il tramonto o il risveglio all’alba, attendendo tra le palme pur di godersi le onde del primo mattino. Piogge che arrivano solo quando decidi di spostarti in motorino verso qualche altra città e cibi locali dal dubbio gusto. Ma che fai, non provi? I sidecar locali che ti attendono a qualsiasi ora e con i quali bisogna saper contrattare. I tour dell’isola su party boat tra i mari più belli che tu abbia mai visto e bambini ovunque che giocano e ti sorridono.

 

 

SPOSTAMENTI ALTERNATIVI PER ARRIVARE A CEBU
Non è stato semplicissimo spostarsi senza una prenotazione. Mea culpa, non avevo un’idea ben chiara dei giorni che avrei dovuto trascorrere e quindi ho lasciato fare al caso, a volte ci si perde qualcosa. In questo caso, però, mi ha regalato la possibilità di restare qualche giorno in più e ne è davvero valsa la pena. Ma era giunto il momento di proseguire il viaggio. Purtroppo, i voli erano diventati intoccabili e dovevo inventarmi un modo alternativo per muovermi tra le varie isole. Dopo aver raccolto alcune informazioni e incrociato qualche sventurato viaggiatore come me, la scelta è stata: speedboat dal porto di Dapa in direzione Surigao City, dove, correndo qua e là, ho trovato un’agenzia marittima locale per il traghetto notturno che portava a Cebu City. 13 ore di navigazione nella speranza di non incontrare mare mosso. Una volta arrivati lì, ho dovuto chiedere di nuovo per capire quale barca potesse portarmi alla destinazione finale, l’isola di Panglao. Fortunatamente, per buona parte del viaggio, una coppia canadese con i loro due bimbi mi ha fatto compagnia e ha anche controllato le mie borse. Quindi, tutto sommato, è andata bene.

 

 

PANGLAO E BOHOL
A sud di Cebu c’è un’isola molto vivace, Panglao, collegata a un’altra isola, Bohol, da dei ponti, vista la loro estrema vicinanza. L’isola è circondata da spiagge e offre un sacco di attività. Il mio desiderio era principalmente quello di visitare l’interno di Bohol, dove si trovano le famosissime Chocolate Hills.

 

E tra colazioni fruttate, smoothie al mango e piedi sempre sporchi di sabbia, quanto è bella la vita da isola. Anche se ogni tanto ci sono incontri poco piacevoli, soprattutto se avvengono mentre stai facendo la doccia. Qui a destra, lui, Aragog, era venuto a trovarmi senza che avessi richiesto la sua presenza. La scelta era tra scappare nudo per l’ostello o finire con calma il prima possibile e uscire con dignità dalla doccia. Secondo voi, cos’è successo?

 

 

OSLOB
Prossima destinazione: Oslob. Barca alle 5 del mattino. Un paio di ore per raggiungere l’altra sponda. Questa destinazione è stata scelta per un desiderio fortissimo di nuotare con gli squali balena. Ne avevo sentito parlare tanto e volevo vederli quanto più da vicino possibile. Non lo rifarei. Più che altro perché questi meravigliosi animali sono tenuti in quella zona con l’uso di cibo gettato in acqua, il che li rende in una condizione simile alla cattività. Il tutto per attrarre quanti più turisti possibile. E, a dire la verità, funziona. Arrivati in zona, vi erano centinaia di persone, per lo più provenienti da Corea e Cina, che aspettavano il loro turno per salire su barchette che si spostavano al massimo di un centinaio di metri dalla costa, dove questi animali inseguivano una piccola barchetta da cui il marinaio gettava loro del cibo. Loro erano bellissimi. Il circo imbastito tutto intorno, assolutamente no.

 

 

DA CEBU CITY A PALAWAN
Da Oslob, prendo un bus direzione Cebu City. Il volo è per la mattina dopo, quindi cerco un alloggio abbastanza centrale per girare un po’ la città e magari mangiare in qualche night market. Così, il mattino arriva veloce. In aeroporto, spuntino prima di partire con il lechon filipino. Pensavo che la porchetta fosse nostra esclusiva, ma qui è molto più buona e sicuramente la preferisco al sisig (altro piatto tipico di qui).

 

 

Si parte su un piccolo bimotore a turboelica e, da lì a poco, inizio a sorvolare tante piccolissime isole, ognuna più bella dell’altra. Finalmente, direzione Palawan. Si atterra a Busuanga, un aeroporto minuscolo. Dopo aver pagato la classica “fee” per visitare l’isola, salgo su un minivan e raggiungo la prima destinazione: Coron City. Mi aspettavo una città costiera, piena di spiagge, e invece è una cittadina piccolissima, distante da coste non molto praticabili e per lo più utilizzate come attracco per le tantissime imbarcazioni. Però, la città, che si sviluppa un po’ più in alto rispetto al livello del mare, permette di avere una vista meravigliosa. Sembra un disegno con tutto quel mare e quelle isole montagnose che fanno da sfondo.

 

 

Arrivato in alloggio, capisco che per visitare i meravigliosi posti per cui Coron è famosa è necessario affidarsi a qualche tour locale, altrimenti non c’è molto da fare in città. Tuttavia, la sera, tra aperitivi al tramonto, ristoranti e discoteche, la città cambia. È desolata e vuota di giorno, ma affollata e un po’ pazza di notte. Mi sono fermato anche a guardare qualche turista sfidare i ragazzi del posto a basket. Qui nelle Filippine, il basket è sport nazionale.

 

 

Coron è famosa per questi laghi interni salmastri e profondissimi dalle acque cristalline, tra formazioni rocciose altissime, e per i mille relitti affondati durante la Seconda Guerra Mondiale, per la maggior parte americani o giapponesi. Quindi, tra snorkeling e immersioni, le giornate volano via. Inoltre, noleggiando un motorino, si possono visitare alcune spiaggette sperdute e anche delle terme meravigliose.
Per lasciare Coron City e andare verso l’isola principale di Palawan, raggiungendo El Nido, invece di prendere direttamente un traghetto, ho optato per un “Expedition” della durata di 3 giorni. Questo mi avrebbe dato la possibilità di vedere tantissime isole lungo il tragitto, vivere alcune delle spiagge più belle del mondo e dormire su isolette sperdute per 2 notti. Talmente sperdute che per 3 giorni non ho avuto connessione. Che meraviglia.

 

Dopo questi 3 giorni, che son sembrate solo 3 ore per quanto intensi e fuori dalla classica routine, sono arrivato all’ultima destinazione: El Nido. Qui le ultime 2 notti purtroppo. Giusto il tempo di godersi ancora un po queste spiagge e questi panorami meravigliosi e viversi le amicizie che si son venute a creare strada facendo. El Nido poi è troppo carina tra mercatini ristoranti bar… è davvero bella, colorata e piena di vita. Ma tanto non è stato un addio ma semplicemente un arrivederci.

 

 

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